I pazienti con epilessia farmacoresistente hanno una mortalità maggiore rispetto alla popolazione generale, ma quelli con epilessia farmacoresistente del lobo temporale che sono risultati idonei per un trattamento chirurgico e che diventano liberi da crisi dopo resezione del lobo temporale anteriore, hanno un ridotto eccesso di mortalità rispetto a quelli che soffrono ancora di crisi convulsive.
Uno studio ha quantificato i potenziali benefici in termini di sopravvivenza legati alla resezione del lobo temporale anteriore, rispetto alla terapia medica continuata, nei pazienti con epilessia farmacoresistente del lobo temporale.
L’analisi è stata compiuta utilizzando il modello di simulazione Monte Carlo, che tiene conto delle possibili complicanze chirurgiche e dello stato delle crisi convulsive.
Non erano disponibili dati sufficienti per valutare la radiochirurgia gamma-knife e la stimolazione del nervo vagale.
Le principali misure di outcome erano l’aspettativa di vita e l’aspettativa di vita aggiustata per la qualità di vita.
Rispetto al management medico della malattia, la resezione del lobo temporale anteriore per un paziente di 35 anni con zona epilettogena ben identificata nel lobo temporale anteriore potrebbe aumentare la sopravvivenza di 5 anni, con preferenza per la chirurgia nel 100% delle simulazioni.
Questo tipo di chirurgia potrebbe aumentare anche l’aspettativa di vita aggiustata per la qualità di vita di 7,5 anni con una preferenza per la chirurgia nel 96.5% dei casi, in primo luogo per l’aumento del numero di anni trascorsi senza crisi invalidanti, e inoltre riducendo l’eccesso di mortalità legato alle crisi e migliorando la qualità della vita.
In conclusione, questo modello di analisi suggerisce che in media la resezione del lobo temporale anteriore potrebbe portare sostanziali miglioramenti rispetto alla gestione medica della malattia nell’aspettativa di vita e nell’aspettativa di vita aggiustata per la qualità di vita nei pazienti con epilessia farmacoresistente del lobo temporale. ( Xagena2008 )
Choi H et al, JAMA 2008; 300: 2497-2505
Neuro2008