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Sclerosi multipla: Alemtuzamab associato a gravi eventi avversi


Alemtuzumab ( Campath, MabCampath ) è risultato più efficace dell’Interferone beta-1a ( Rebif ) nel trattamento della fase precoce della sclerosi multipla recidivante-remittente, con conseguente riduzione dell’incidenza di recidive e di disabilità.
Tuttavia il trattamento con questo anticorpo monoclonale è associato a gravi reazioni avverse, tra cui la porpora trombocitopenica immune nel 3% dei pazienti.

Lo studio di fase 2 ha mostrato che i pazienti trattati con Alemtuzumab hanno presentato una riduzione del 74% dell’incidenza di recidive e una riduzione del 72% del rischio di accumulo di disabilità rispetto al trattamento standard con Interferone beta-1a.

I miglioramenti clinici sono stati supportati dai dati della risonanza magnetica per immagini che hanno mostrato una riduzione del volume del burden delle lesioni a livello cerebrale e un aumento del volume del cervello nel gruppo Alemtuzumab nel periodo compreso tra 1 anno e 3 anni.
I cambiamenti nel volume cerebrale stanno ad indicare una riduzione del volume delle lesioni infiammatorie.
Nello stesso periodo, il gruppo trattato con Interferone beta-1a ha presentato una più piccola riduzione del burden delle lesioni cerebrali ed una riduzione del volume del cervello.

Rispetto all’Interferone beta-1a, Alemtuzumab è risultato associato a una significativamente più alta incidenza di gravi eventi avversi, tra cui: porpora trombocitopenica immune ( 3% vs 1% ), disturbi tiroidei ( 23% vs 3% ) e infezioni ( 66% vs 47% ).

Nel settembre 2005, il trattamento con Alemtuzumab è stato sospeso dopo che erano stati registrati 3 casi di porpora trombocitopenica immune e un paziente era morto.
Il trattamento con Interferone beta-1a invece non è stato interrotto.

E’ stato osservato, mesi o anni dopo la fine del trattamento, che i pazienti che avevano ricevuto Alemtuzumab, erano più sensibili a sviluppare malattie autoimmuni, soprattutto a livello tiroideo, ma, cosa ancor più preoccupante, nei confronti delle piastrine. ( Xagena2008 ) Fonte: The New England Journal of Medicine, 2008


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