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Rituximab efficace nel disturbo dello spettro della neuromielite ottica


Il trattamento individualizzato con Rituximab ( MabThera, Rituxan ) è efficace nel disturbo dello spettro della neuromielite ottica ( NMOSD ).

La neuromielite ottica è una malattia autoimmune, rara, caratterizzata da attacchi intermittenti di cecità e di paraparesi o tetraparesi, accompagnati da disturbi sensoriali e alterazioni degli sfinteri.

Uno studio ha dimostrato l'efficacia clinica sostenuta del trattamento ripetuto con Rituximab, senza nuovi eventi avversi nell’arco di 5 anni di follow-up nei pazienti con neuromielite ottica.

Lo studio è stato effettuato da ricercatori del National Cancer Center di Gyeonggi nella Corea del Sud.

Sono stati seguiti 27 pazienti con neuromielite ottica che avevano assunto Rituximab fino a 7 anni ( mediana, 60 mesi ).
Tutti i pazienti erano stati arruolati in un precedente studio della durata di 2 anni.

Prima del trattamento, il tasso di recidive annualizzato medio era di 2.4 episodi all'anno; il tasso medio dopo 5 anni di trattamento è stato pari a 0.3 per anno, e 18 pazienti ( 60% ) erano liberi da ricadute durante la terapia con Rituximab.

Il punteggio medio alla scala EDSS ( Expanded Disability Status Scale ) è diminuito da 4 prima del trattamento a 3 dopo il trattamento ( p inferiore a 0.001 ), con 24 pazienti che hanno mostrato miglioramenti e 4 pazienti con malattia stabile.

L'intervallo medio tra i trattamenti è stato di 27 settimane ( media, 39 settimane ), con l'intervallo in crescita dopo i primi due anni ( da una media di 23 settimane a una media di 36 settimane ).

Due pazienti hanno avuto un totale di 5 recidive, nonostante l'adesione al protocollo di trattamento.

Sebbene la maggior parte delle recidive fosse stata accompagnata da un aumento dei livelli di anticorpi anti-AQP4, un aumento dei livelli di anticorpi anti-AGP4 non è sempre risultato associato a recidiva clinica.

Non sono stati osservati casi di leucoencefalopatia multifocale progressiva o neoplasie durante il follow-up, e non ci sono stati eventi avversi gravi che hanno obbligato ad interrompere il trattamento.

Lo studio presenta limitazioni, e i risultati devono essere confermati da uno studio prospettico e controllato. ( Xagena2013 )

Fonte: JAMA Neurology, 2013

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