Uno studio ha confrontato il rischio di crisi epilettiche negli adulti durante il trattamento conservativo o dopo trattamento invasivo per una malformazione arterovenosa cerebrale.
Sono stati utilizzati follow-up annuali dei medici di medicina generale, questionari somministrati ai pazienti, e cartelle cliniche per quantificare il rischio a 5 anni di crisi convulsive e la possibilità di raggiungere la libertà dalle crisi convulsive a 2 anni per pazienti adulti sottoposti a trattamento per malformazioni arterovenose rispetto ad adulti gestiti in modo conservativo in uno studio osservazionale prospettico, basato su una popolazione di adulti in Scozia con nuova diagnosi di malformazione arterovenosa, nel periodo 1999-2003.
Sono stati identificati 229 adulti con una nuova diagnosi di malformazione arterovenosa, di cui due terzi sono stati trattati per la malformazione arterovenosa ( 154 su 229; 67% ) durante 1.862 anni-persona di follow-up ( completezza media del follow-up 97% ).
Non vi è stata alcuna differenza significativa nelle proporzioni, con una prima crisi o crisi ricorrente 5 anni dopo il trattamento per malformazioni arterovenose, rispetto ai primi 5 anni dopo la presentazione clinica negli adulti gestiti in modo conservativo, nelle analisi stratificate per modalità di presentazione ( emorragia intracerebrale, 35% vs 26 %, P=0.5; convulsioni, 67% vs 72%, P=0.6; episodio incidentale, 21% vs 10%, P=0.4 ).
Per i pazienti con epilessia, la possibilità di ottenere la libertà dalle convulsioni a 2 anni nel corso di 5 anni di follow-up sono state simili con il trattamento per malformazioni arterovenose ( n=39, 52% ) o con il trattamento conservativo ( n=21, 57%, P=0.7 ).
In conclusione, in questo studio osservazionale, non vi è stata alcuna differenza nel rischio a 5 anni di convulsioni con trattamento per malformazioni arterovenose o trattamento conservativo, a prescindere dal fatto che la malformazione artero-venosa si fosse presentata con emorragia o crisi epilettiche. ( Xagena2012 )
Josephson CB et al, Neurology 2012; 79: 500-507
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