In uno studio, Prasinezumab, un anticorpo monoclonale anti-alfa-sinucleina, ha dimostrato sicurezza e tollerabilità accettabili in pazienti con malattia di Parkinson.
Un totale di 80 pazienti ha preso parte a uno studio in doppio cieco con dose crescente. I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Prasinezumab per via endovenosa ai dosaggi di 0.3 mg/kg, 1.0 mg/kg, 3.0 mg/kg, 10 mg/kg, 30 mg/kg o 60 mg/kg o una dose di placebo.
Ai partecipanti allo studio sono state somministrate 3 dosi ogni mese e sono stati monitorati per 6 mesi.
Gli eventi avversi emergenti dal trattamento che si sono verificati includevano 5 casi di stitichezza, 4 casi di reazione all'infusione e 3 casi ciascuno di diarrea, cefalea, edema periferico, sindrome da puntura post-lombare e infezione delle vie respiratorie superiori.
Non si sono verificati eventi avversi gravi in seguito al trattamento.
Non sono stati rilevati anticorpi sviluppatisi contro il farmaco.
I livelli sierici di Prasinezumab sono aumentati come previsto e l'emivita di eliminazione terminale media è stata di 10.2 giorni a dosi diverse.
Una riduzione del 97% dei livelli sierici di alfa-sinucleina è stata osservata dopo una singola dose di Prasinezumab alla massima concentrazione ( F 78.284=1.66; P=0.002 ), con riduzioni comparabili dopo altre 2 dosi.
In ciascun gruppo, la concentrazione di Prasinezumab nel liquido cerebrospinale è aumentata con una dose di circa lo 0.3% rispetto al siero.
Degli 80 partecipanti a questo studio, 78 erano bianchi e 64 erano uomini, con un'età media di 58 anni.
Lo studio è stato condotto presso 8 Centri negli Stati Uniti tra il 2014 e il 2016, e ha arruolato partecipanti con malattia di Parkinson idiopatica di gravità da lieve a moderata.
E' stata valutata la sicurezza e la tollerabilità attraverso esami neurologici e fisici, segni vitali, test di laboratorio ed eventi avversi.
Una dose singola e dosi multiple di Prasinezumab sono risultate generalmente sicure e ben tollerate e hanno portato a un robusto legame della alfa-sinucleina periferica e ad aumenti dose-dipendenti di Prasinezumab nel liquido cerebrospinale, raggiungendo concentrazioni nel fluido cerebrospinale in grado di agire sugli aggregati extracellulari di alfa-sinucleina a livello cerebrale.
I risultati supportano la progettazione di uno studio clinico di fase 2. ( Xagena2018 )
Fonte: JAMA Neurology, 2018
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