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Omocisteina e progressione della malattia generalizzata dei piccoli vasi


Ipotizzando il coinvolgimento della omocisteina nella malattia generalizzata dei piccoli vasi, è stata studiata l'associazione tra livelli di omocisteina e progressione delle lesioni della sostanza bianca, infarti lacunari e malattia renale.

Nello studio SMART-MR ( Second Manifestations of ARTerial disease-Magnetic Resonance ), uno studio prospettico di coorte sull’invecchiamento cerebrale nei pazienti con malattia aterosclerotica sintomatica, 663 pazienti ( età media 57anni ) hanno subito screening vascolare e risonanza magnetica 1.5 Tesla al basale e dopo un follow-up medio di 3.9 anni.

È stata stimata l'associazione longitudinale tra il livello di omocisteina totale, definito come una variabile continua e come iperomocisteinemia ( quintile più alto di omocisteina ), e la progressione del volume delle lesioni della materia bianca, infarti lacunari e velocità di filtrazione glomerulare stimata.

Dopo aggiustamento per età, sesso, tempo di follow-up e fattori di rischio vascolare, l'iperomocisteinemia è risultata significativamente associata ad aumentato rischio di progressione della lesione della materia bianca ( odds ratio, OR=2.4 ) e tasso stimato di filtrazione glomerulare al follow-up inferiore ( B: -3.4 ml/min ) e borderline significativamente associato con nuovi infarti lacunari ( OR=1.8 ).

In conclusione, è stato individuato un ruolo per l’omocisteina nello sviluppo di una malattia generalizzata dei piccoli vasi in cui sono colpiti sia il cervello sia i reni. ( Xagena2014 )

Kloppenborg RP et al, Neurology 2014; 82: 777-783

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