È stato condotto uno studio per testare l'ipotesi che livelli più bassi di 25-idrossivitamina D [ 25(OH)D ] siano associati a una maggiore probabilità di peggioramento cognitivo e rischio di declino cognitivo.
Sono stati misurati i livelli di 25(OH)D e la funzione cognitiva è stata valutata utilizzando i test Modified Mini-Mental State Examination ( 3MS ) e Trail Making Test Part B ( Trails B ) in una coorte di 1604 uomini arruolati nello studio Osteoporotic Fractures in Men e che sono stati seguiti per un periodo medio di 4.6 anni per quanto riguarda i cambiamenti nella funzione cognitiva.
In un modello aggiustato per età, stagione e sito di valutazione, è emerso che uomini con livelli più bassi di 25(OH)D presentano un rischio più elevato di peggioramento cognitivo, ma il test per la tendenza non ha raggiunto la significatività ( peggioramento in base al test 3MS: odds ratio [ OR ] 1.84 per il quartile 1; 1.41 per il quartile 2 e 1.18 per il quartile 3 rispetto al quartile 4 [ gruppo di riferimento; p tendenza=0.12 ]; secondo il test Trails B: OR 1.66 per quartile 1; 0.96 per quartile 2 e 1.30 per quartile 3 rispetto al quartile 4 [ p tendenza=0.12 ] ).
Aggiustamenti per età ed educazione hanno ulteriormente attenuato le relazioni.
È stata osservata una tendenza verso un’associazione indipendente tra livelli più bassi di 25(OH)D e rischio di declino cognitivo in base alla performance nel test 3MS ( OR a variabili multiple 1.41 per quartile 1; 1.28 per quartile 2 e 1.06 per quartile 3, rispetto al quartile 4 [ p=0.10 ] ), ma nessuna associazione con il declino cognitivo in base al test Trails B.
In conclusione, sono state osservate poche prove a sostegno di associazioni indipendenti tra livelli inferiori di 25-idrossivitamina D e funzione cognitiva globale o esecutiva al basale o declino cognitivo incidente. ( Xagena2010 )
Slinin Y et al, Neurology 2010; 74: 33-34
Neuro2010