La perdita di emoglobina dai globuli rossi danneggiati può essere associata a una riduzione del volume cerebrale ( atrofia ) nella sclerosi multipla secondariamente progressiva.
Questa è la conclusione di un gruppo di ricercatori dell’Imperial College di Londra, i cui risultati in fase iniziale suggeriscono che trattamenti in grado di abbassare i livelli di emoglobina potrebbero rallentare la progressione della malattia.
La ricerca ha coinvolto 140 pazienti con sclerosi multipla secondariamente progressiva.
La sclerosi multipla colpisce circa 100.000 persone nel Regno Unito.
I sintomi e la gravità della malattia, variano molto da persona a persona, ma spesso comprendono stanchezza, problemi di visione, spasmi muscolari e disabilità motoria.
Circa il 65% dei pazienti prima o poi sviluppano una forma più grave della malattia, chiamata sclerosi multipla secondariamente progressiva. In questa fase, che inizia generalmente circa 15 anni dopo la diagnosi iniziale di sclerosi multipla, i sintomi diventano sempre più gravi, senza periodi di miglioramento.
La condizione porta alla morte delle cellule cerebrali; in media, il volume del cervello si riduce di circa lo 0.3% all’anno nella sclerosi multipla secondariamente progressiva.
Nel nuovo studio, i ricercatori hanno mostrato che l’emoglobina, che trasporta il ferro e l’ossigeno in tutto l’organismo, può aumentare i livelli plasmatici di ferro.
Ricerche precedenti avevano mostrato che i globuli rossi nei pazienti con sclerosi multipla sono più fragili del normale e si rompono facilmente.
Quando i globuli rossi si rompono liberano l’emoglobina nel sangue.
Normalmente, l’emoglobina non entra nel circolo cerebrale. Tuttavia, nei pazienti con sclerosi multipla la barriera emato-encefalica è indebolita, permettendo all’emoglobina di oltrepassarla.
Una volta che l’emoglobina entra nel cervello subisce la degradazione da parte dell’enzima eme ossigenasi I, che è presente ad alti livelli nel cervello dei pazienti con sclerosi multipla.
La distruzione dell’emoglobina provoca un rilascio di ferro nel cervello.
Il ferro, fuoriuscito dall’emoglobina, può causare il danno cellulare e la riduzione del volume cerebrale che si osserva nella sclerosi multipla secondariamente progressiva.
Non esistono metodi alimentari per ridurre i livelli di emoglobina, e le persone non dovrebbero eliminare il ferro dalla propria dieta.
Inoltre, è stato osservato che i pazienti con sclerosi multipla hanno elevati livelli sierici di lattato deidrogenasi, un enzima che viene rilasciato dalla distruzione degli eritrociti.
Sono state anche analizzate le scansioni del cervello dei pazienti, assieme ai campioni di sangue di 20 controlli sani, e 40 pazienti con altre condizioni mediche diverse dalla sclerosi multipla.
E’ stato scoperto che i più alti livelli ematici di emoglobina libera erano associati a una maggiore riduzione cerebrale. Un aumento del 30% dei livelli di emoglobina libera era correlato a un aumento del tasso di riduzione del volume cerebrale dello 0.1%.
Gli alti livelli di emoglobina non sono l’unico fattore che conduce all’atrofia cerebrale, ma potrebbero svolgere un importante ruolo. ( Xagena2016 )
Fonte: Imperial College London, 2016
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