Uno studio compiuto presso il Dipartimento di Neurologia della Columbia University ha valutato l’impatto dell’edema cerebrale globale sull’outcome a 3 mesi in 374 pazienti con emorragia subaracnoidea ricoverati entro 5 giorni dal presentarsi dei sintomi nell’Unità di Cura Intensiva Neurologica.
Lo studio è stato effettuato tra il luglio 1996 ed il febbraio 2001.
L’edema cerebrale globale era presente alla tomografia computerizzata ( CT ) nell’8% ( n = 24 ) dei pazienti al momento del ricovero e si è sviluppato successivamente nel 12% ( n = 44 ).
L’edema globale all’ingresso era predetto dalla perdita di coscienza al momento dell’ictus e da un aumento del punteggio di Hunt-Hess , mentre l’edema globale ritardato era predetto dalle dimensioni dell’aneurisma superiori ai 10 mm , dalla perdita di coscienza al momento dell’ictus , dall’impiego dei vasopressori e dalla maggiore gravità dell’emorragia subaracnoidea.
A 3 mesi il 37% ( n = 137 ) dei pazienti è deceduto o presentava gravi invalidità ( Rankin Scale modificata 4-6 ).
La morte o la grave invalidità era predetta da un edema globale , dalle dimensioni dell’aneurisma superiori ai 10 mm , dalla perdita della coscienza al momento dell’ictus , dall’aumento dei punteggi NIHSS ( National Institutes of Health Stroke Scale ) e dall’età avanzata.
Da questo studio emerge che l’edema globale è un fattore indipendente di mortalità e di esito sfavorevole dopo emorragia subaracnoidea.
La perdita di coscienza , che riflette un arresto circolatorio cerebrale , è un fattore di rischio per l’edema globale al momento del ricovero, mentre l’ipertensione indotta dai vasopressori è associata allo sviluppo tardivo dell’edema globale.( Xagena2002 )
Claassen J et al , Stroke 2002 ; 33: 1225-1232