Studi osservazionali e sperimentali hanno indicato che i farmaci anti-infiammatori non steroidei abbiano un ruolo protettivo nei confronti della malattia di Alzheimer, ma studi clinici e altri studi osservazionali incluso lo studio ACT ( Adult Changes in Thought ), non hanno mostrato alcuna protezione o promozione nella malattia di Alzheimer.
Uno studio ha determinato la relazione tra patologie associate a demenza comune ed esposizione a farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) nelle fasi da intermedie a tardive della vita.
È stata esaminata l'associazione tra utilizzo di farmaci antinfiammatori non-steroidei nelle fasi da intermedie a tardive della vita e osservazioni neuropatologiche su 257 autopsie dallo studio ACT, uno studio di popolazione su invecchiamento cerebrale e demenza incidente.
Le dosi giornaliere cumulative standard di FANS non-selettivi sono state determinate per 10 o più anni in base a dati computerizzati sui farmaci dispensati.
Le analisi sono state aggiustate per bias di selezione in modo da rendere più generalizzabili i risultati dei 3026 partecipanti della coorte dello studio ACT.
Sono stati presi in considerazione 7 indici patologici: punteggio intermedio o frequente per placche neuritiche, stadi di Braak V o VI per grovigli di neurofibrille, più di 2 microinfarti cerebrali, presenza di corpi di Lewy neocorticali, infarti microscopici, angiopatia amiloide e aterosclerosi da moderata a grave.
Tra gli indici neuropatologici valutati, solo il punteggio delle placche neuritiche è risultato aumentato in modo significativo nei partecipanti con maggior utilizzo di farmaci antinfiammatori non-steroidei ( p=0.065 ), in particolare nei soggetti con alti livelli di uso cumulativo: 1000-2000 dosi giornaliere standard ( rischio relativo [ RR ] aggiustato 2.16 rispetto a uso leggero/nessun uso [ inferiore a 60 dosi giornaliere standard ] ) e maggiore di 2000 dosi giornaliere standard ( RR aggiustato 2.37 ).
In conclusione, l'aumento dell'accumulo di placche neuritiche potrebbe spiegare l'associazione tra il pesante utilizzo di farmaci anti-infiammatori non-steroidei non-selettivi e l’aumento del rischio di demenza tra i partecipanti allo studio ACT. ( Xagena2010 )
Sonnen JA et al, Neurology 2010; 75: 1203-1210
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