Nel 90% dei pazienti con sclerosi multipla si ha spasticità muscolare e spasmi.
Questo comporta dolore , ridotta mobilità ed interferenza con le attività giornaliere.
Altre disabilità comprendono l’atassia ed il tremore nell’80% dei pazienti e sintomi sensori , tra cui il dolore , nel 50%.
La disfunzione del tratto urinario inferiore è presente in più del 90% delle persone affette da sclerosi multipla da lungo tempo.
Questa disfunzione si traduce in frequenza ed urgenza ad urinare.
La spasticità, la debolezza, l’atassia ed i sintomi urinari tendono a peggiorare nel tempo.
Per combattere i sintomi si è fatto impiego anche della Cannabis, ma riguardo alla sua efficacia clinica esistono pochi dati scientifici.
Si stima che in Gran Bretagna l’1-4% dei pazienti con sclerosi multipla abbia o faccia uso di Cannabis per alleviare i sintomi.
La Cannabis sativa è una pianta che contiene circa 60 composti aromatici , chiamati cannabinoidi.
Per esercitare la propria azione i cannabinoidi si legano a recettori CB1 e CB2.
I recettori CB1 sono ampiamente presenti nel sistema nervoso, mentre i recettori CB2 si trovano soprattutto sulle cellule del sistema immunitario.
Sono stati identificati diversi cannabinoidi endogeni.
I più importanti sono: 2-Arachidonoilglicerolo e l’Arachidonoiletanolamide ( Anandamide ).
Uno studio clinico( Killestein J et al, Neurology 2002; 58:1404-1407 ) di piccole dimensioni ( 16 pazienti con sclerosi multipla ) aveva dimostrato che i cannabinoidi producono miglioramenti sintomatici soggettivi, ma nessuna evidenza oggettiva di efficacia.
L’obiettivo dei Ricercatori dell’UK MS Research Group è stato quello di verificare su un ampio numero di pazienti se il delta 9- Tetraidrocannabinolo (delta 9-THC ) , o un estratto alcoolico di Cannabis , fosse efficace nel trattamento della spasticità e di altri sintomi associati alla malattia nei p azienti con sclerosi multipla.
Hanno preso parte allo studio 630 pazienti con sclerosi multipla stabile e spasticità muscolare, assegnati in modo random all’estratto di Cannabis per os ( n=211 ), al delta 9- THC ( n=206 ), o a placebo ( n=213 ).
Lo studio clinico ha avuto una durata di 15 settimane.
Il trattamento con i cannabinoidi non ha prodotto effetti benefici sulla spasticità , misurata con la scala Ashworth.
Tuttavia i pazienti trattati in modo attivo hanno presentato miglioramenti oggettivi nella mobilità e miglioramenti soggettivi nell’avvertire il dolore.
Gli Autori hanno commentato i risultati evidenziando che la scala Ashworth potrebbe non essere così sensibile ad evidenziare piccoli, ma clinicamente significativi, effetti sulla spasticità.
Lo stesso discorso può essere fatto riguardo al Rivermead Mobility Index che non ha mostrato nessun effetto del trattamento, mentre i pazienti sottoposti al walking test ( test del cammino) di 10 metri hanno descritto una riduzione del disagio nel camminare.
I cannabinoidi hanno dimostrato di possedere un effetto analgesico, anche se modesto.
Studi su animali hanno dimostrato che i cannabinoidi hanno un’azione analgesica che è indipendente da quella degli oppiacei.
Nello studio i cannabinoidi sono stati assunti per bocca.
La Cannabis ha un’azione più rapida quando viene fumata che non quando assunta per bocca.
L’inalazione per via polmonare evita il metabolismo di primo passaggio epatico.
Gli Autori non hanno ritenuto tuttavia etico esporre i pazienti ai rischi associati al fumo della Cannabis.
Non è stata osservata differenza in termini di efficacia tra il delta 9-THC e l’estratto intero di Cannabis.
Un risultato insospettato è stata la riduzione dei ricoveri ospedalieri per recidive nei pazienti trattati con Cannabis.
Questa scoperta è in linea con quanto osservato in modelli animali di demielinizzazione. ( Xagena2003 )
Fonte: Zajecek J et al, The Lancet , 8 November 2003
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