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Farmaci sperimentali anti-p53 nel trattamento della malattia di Parkinson


Una ricerca condotta dal National Institute on Aging ( NIA ) ha dimostrato che due farmaci sperimentali sono stati in grado di ridurre il danno cerebrale e la disfunzione motoria in topi in cui era stata simulata la malattia di Parkinson.
I farmaci agiscono bloccando l’azione della proteina p53.
La p53, chiamata guardian of genome, svolge un importante ruolo nel prevenire i danni genetici che poi danno avvio a forme tumorali.
La p53 riconosce le cellule tumorali ed attiva il processo di morte programmata ( apoptosi ).
In circa la metà dei tumori umani sono state individuate mutazioni nel gene p53 , che ne alterano la funzione.
Nella malattia di Parkinson invece la p53 è iperfunzionante ed induce la morte delle cellule cerebrali sane che producono la dopamina.
E’ stato osservato che le cellule dopaminergiche , trattate con i due farmaci sperimentali in grado di bloccare la p53 , sopravvivono dopo somministrazione di tossine , che mimano la malattia di Parkinson.
I due farmaci sono la Pifitrina alfa ( PFT-alfa ) e Z-1-117, una versione modificata della PFT.
Lo studio è stato pubblicato su Annals of Neurology ( Duan W et al , 2002 ). ( Xagena2002 )

Vastag B , Jama 2002 ; 288 : N° 15


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