Uno studio prospettico di coorte con più di 50 anni di follow-up ha cercato di determinare a quale grado le radiazioni ionizzanti conferiscano rischio di mortalità per malattie cardiache e ictus.
I partecipanti allo studio erano 86.611 sopravvissuti alla bomba atomica a Hiroshima e Nagasaki, in Giappone, con dosi individualmente stimate di radiazioni da 0 a oltre 3 Gy ( 86% di loro ha ricevuto meno di 0.2 Gy ).
Le principali misure di esito sono state la mortalità per malattia cardiaca o ictus come causa basilare di morte, e la relazione dose-risposta con le radiazioni della bomba atomica.
Tra il 1950 e il 2003 circa 9.600 partecipanti sono morti di ictus e 8.400 di malattia cardiaca.
Per l'ictus, la stima dell’eccesso di rischio relativo per Gray è stata del 9% ( p=0.02 ) sulla base di un modello lineare dose-risposta, ma l'indicazione di possibili curvature verso l'alto ha suggerito un rischio relativamente ridotto a basse dosi.
Per la malattia cardiaca, la stima dell’eccesso di rischio relativo per Gray è stata del 14% ( p inferiore a 0.001 ); un modello lineare ha fornito la soluzione migliore, suggerendo un eccesso di rischio anche a dosi più basse. Tuttavia, l'effetto dose-risposta nel range di dosaggio limitato di 0-0.5 Gy non è risultato significativo.
I dati prospettici su abitudine al fumo, assunzione di alcol, istruzione, occupazione, obesità e diabete hanno avuto un impatto quasi nullo sul rischio stimato delle radiazioni, sia per l’ictus sia per le malattie cardiache.
In conclusione, dosi superiori a 0.5 Gy sono state associate a un rischio elevato di ictus e malattie cardiache, ma il grado di rischio a basse dosi non è ancora ben definito.
L’ictus e le malattie cardiache assieme costituiscono circa un terzo delle morti associate a eccesso di radiazioni così come i tumori, all’interno della popolazione di sopravvissuti alla bomba atomica. ( Xagena2010 )
Shimizu Y et al, BMJ 2010; 340: 5349-5356
Neuro2010 Cardio2010