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Eritropoietina ha un effetto benefico sull’encefalomielite sperimentale autoimmune


E’ noto da molto tempo che l’eritropoietina svolge un ruolo significativo nella proliferazione degli eritrociti nel midollo osseo.
Tuttavia, studi recenti hanno indicato che può anche avere effetti protettivi sul sistema nervoso.

Allo scopo di meglio chiarire il potenziale ruolo neuroprotettivo dell’eritropoietina a livello del sistema nervoso centrale i Ricercatori del New Jersey Health Care System e del UMDNJ-New Jersey Medical School hanno valutato gli effetti dell’eritropoietina su un modello di sclerosi multipla, l’encefalomielite autoimmune sperimentale.

L’eritropoietina somministrata per via endovenosa per 14 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi è stata in grado di ridurre sia la gravità della malattia che la durata del danno massimo, a bassi dosaggi come 50 U/kg ( p < 0.001 ).

Analizzando la neuropatologia delle colonne vertebrali, è stato osservato che gli animali affetti da encefalomielite autoimmune sperimentale trattati con eritropoietina hanno presentato una riduzione del danno assonale, dell’infiltrazione delle cellule infiammatorie e della demielinizzazione, ed una diminuzione del leakage della barriera ematoencefalica, rispetto ai controlli trattati con una soluzione salina.

Inoltre, la pronunciata regolazione positiva ( up-regulation ) dell’espressione del complesso maggiore di istocompatibilità di classe II ( MHC ) della colonna vertebrale, riscontrata nei controlli, è risultata significativamente ridotta negli animali sottoposti a trattamento con eritropoietina.

Tali evidenze sono state riprodotte in vitro su cellule della microglia in coltura.

Il trattamento a breve termine con eritropoietina nelle malattie umane autoimmuni demielinizzanti necessita di valutazione. ( Xagena2004 ) Li W et al, Ann Neurol 2004; 56: 767-777

Neuro2004 Farma2004


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