Gli esiti clinici per il glioblastoma rimangono sfavorevoli. Il trattamento con il blocco del checkpoint immunitario ha mostrato benefici in molti tipi di tumore.
Per l’attuale conoscenza, non sono stati riportati i dati di uno studio clinico randomizzato di fase 3 che ha valutato una terapia con inibitore di PD-1 per il glioblastoma.
Si è determinato se il blocco di PD-1 con Nivolumab ( Opdivo ) come agente singolo migliori la sopravvivenza nei pazienti con glioblastoma ricorrente rispetto a Bevacizumab ( Avastin ).
Nello studio clinico di fase 3, randomizzato, in aperto CheckMate 143 sono stati arruolati 439 pazienti con glioblastoma alla prima recidiva dopo radioterapia standard e terapia con Temozolomide e ne sono stati randomizzati 369.
I pazienti sono stati arruolati tra il 2014 e il 2015.
Il follow-up mediano è stato di 9.5 mesi. Lo studio multinazionale ha riguardato 57 Centri clinici.
I pazienti sono stati randomizzati a Nivolumab 3 mg/kg oppure a Bevacizumab 10 mg/kg ogni 2 settimane fino a conferma della progressione della malattia, effetti tossici inaccettabili o morte.
L'endpoint primario era la sopravvivenza globale ( OS ).
In totale 369 pazienti sono stati randomizzati a Nivolumab ( n=184 ) oppure a Bevacizumab ( n=185 ).
Il promotore del gene MGMT era metilato nel 23.4% dei casi ( 43/184; Nivolumab ) e nel 22.7% ( 42/185; Bevacizumab ), non-metilato nel 32.1% ( 59/184; Nivolumab ) e 36.2% ( 67/185; Bevacizumab ), e in uno stato non-riportato nei restanti pazienti.
Al follow-up mediano a 9.5 mesi, la sopravvivenza mediana globale ( mOS ) era comparabile tra i gruppi: Nivolumab, 9.8 mesi; Bevacizumab, 10.0 mesi; hazard ratio, HR, 1.04; P=0.76.
La sopravvivenza globale a 12 mesi è stata del 42% in entrambi i gruppi. Il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) è stato più alto con Bevacizumab ( 23.1% ) rispetto a Nivolumab ( 7.8% ).
Gli eventi avversi correlati al trattamento di grado 3-4 sono stati simili tra i gruppi ( Nivolumab, 33/182, 18.1%; Bevacizumab, 25/165, 15.2% ), senza eventi avversi correlati al trattamento neurologici imprevisti o decessi dovuti a eventi avversi correlati al trattamento.
Sebbene l'endpoint primario non sia stato raggiunto in questo studio clinico randomizzato, la sopravvivenza mediana globale è risultata comparabile tra Nivolumab e Bevacizumab nella popolazione complessiva di pazienti con glioblastoma ricorrente.
Il profilo di sicurezza di Nivolumab nei pazienti con glioblastoma è stato coerente con quello di altri tipi di tumore. ( Xagena2020 )
Reardon DA et al, JAMA Oncol 2020; 6: 1003-1010
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