È stata valutata l'interrelazione tra funzionalità renale compromessa e patologia cerebrale all'imaging e sul declino cognitivo in una coorte post-ictus.
Lo studio studio prospettico di coorte ( Tel Aviv Brain Acute Stroke Cohort ) ha preso in considerazione sopravvissuti a ictus ischemico lieve-moderato o TIA ( attacchi ischemici transitori ) senza demenza che sono stati sottoposti a risonanza magnetica per immagini ( MRI ) 3T e che sono stati valutati cognitivamente al momento del ricovero e per i 24 mesi seguenti l’ictus.
La funzione renale è stata valutata al momento del ricovero dalla clearance della creatinina.
I volumi delle lesioni ischemiche e la preesistente iperintensità della sostanza bianca ( WMH ), l’atrofia cerebrale e i cambiamenti microstrutturali del tessuto della materia bianca di aspetto normale sono stati misurati utilizzando metodi precedentemente validati.
Per 431 partecipanti erano disponibili i dati di base.
I partecipanti con clearance della creatinina inferiore a 60 ml/min al basale hanno presentato risultati significativamente peggiori in tutti i test cognitivi nel tempo ( P=0.001 ), rispetto a quelli con clearance della creatinina maggiore o uguale a 60 ml/min e hanno avuto maggiore volume di iperintensità della sostanza bianca e atrofia corticale e minore volume dell'ippocampo ( tutti P inferiore a 0.001 ).
Dopo 2 anni, il 15.5% dei partecipanti ha avuto diagnosi di deterioramento cognitivo.
Controllando per i fattori di rischio tradizionali, la clearance della creatinina minore di 60 ml/min al basale è risultata essere un predittore significativo per lo sviluppo di deterioramento cognitivo 2 anni dopo l'ictus indice ( odds ratio, OR=2.01, P=0.041 ).
In conclusione, l’insufficienza renale è associata a un aumento del volume della iperintensità della sostanza bianca e atrofia corticale, noti biomarcatori del cervello che invecchia, ed è un predittore di declino cognitivo 2 anni dopo ictus o TIA.
La funzionalità renale può essere associata a malattia dei piccoli vasi cerebrali sottostante a declino cognitivo post-ictus, suggerendo un nuovo obiettivo per l'intervento precoce. ( Xagena2016 )
Auriel E et al, Neurology 2016; 86: 1996-2005
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