Una recente meta-analisi di studi randomizzati ha evidenziato che la classe dei farmaci antitiepilettici aumenta il rischio di pensieri suicidari e di comportamenti suicidari.
Ricercatori dell’Università di Brema in Germania, hanno condotto uno studio osservazionale con i dati provenienti dal UK General Practice Research Database per verificare se anche nella pratica clinica fosse evidente l’aumento del rischio suicidario associato a differenti gruppi di farmaci antiepilettici.
Lo studio caso-controllo nested ha riguardato 44.300 pazienti con epilessia, trattati con farmaci antiepilettici.
Sono stati identificati 453 casi di autolesionismo e di comportamento suicidario, e i dati messi a confronto con 8.962 controlli.
I farmaci antiepilettici sono stati classificati in 4 gruppi: barbiturici, antiepilettici convenzionali, e più nuovi antiepilettici dotati di basso potenziale di causare depressione [ Lamotrigina ( Lamictal ), Gabapentin ( Neurontin ), Pregabalin ( Lyrica ), Oxcarbazepina ( Tolep ) ] o alto [ Levetiracetam ( Keppra ), Tiagabina ( Gabitril ), Topiramato ( Topamax ), Vigabatrin ( Sabril ) ].
L’uso corrente dei più nuovi antiepilettici con un alto potenziale di causare depressione è risultato associato a un aumento 3 volte maggiore del rischio di autolesionismo o comportamento suicidario ( odds ratio, OR=3.08 ), rispetto al non impiego degli antiepilettici nel corso dell’ultimo anno.
L’uso dei barbiturici ( OR=0.66 ), degli antiepilettici convenzionali ( OR=0.74 ), o dei più nuovi antiepilettici a basso rischio ( OR=0.87 ) non era associato ad un aumento del rischio.
In conclusione, i più nuovi antiepilettici con una maggiore frequenza di sintomi depressivi negli studi clinici possono aumentare il rischio di autolesionismo o di comportamento suicidario anche nella pratica clinica. Per la maggior parte degli altri antiepilettici comunemente utilizzati, nessun incremento del rischio è stato osservato. ( Xagena2010 )
Andersohn F et al, Neurology 2010; 75: 335-340
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