La sclerosi multipla è una malattia demielinizzante immuno-mediata del sistema nervoso centrale ( CNS ), caratterizzata da infiammazione, demielinizzazione, danno assonale diffuso e perdita neuronale.
La causa della sclerosi multipla è ancora sconosciuta.
La nuova ipotesi vascolare e la sua relazione alla sclerosi multipla hanno suscitato enorme interesse, soprattutto, nelle comunità scientifiche Neurologiche e vascolari.
L'interruzione del flusso venoso, nota come insufficienza venosa cronica cerebrospinale ( CCSVI ), è caratterizzata da stenosi multiple delle vene extracraniche, le vene giugulari interne e la vena azygos, nonché del sistema venoso del midollo spinale.
Per molti neurologi, il ruolo venoso nella eziologia della sclerosi multipla è in contraddizione con le attuali conoscenze sulla patologia della malattia.
Uno studio in aperto, effettuato da ricercatori dell’Università di Lubiana in Slovenia, si è posto l’obiettivo di rilevare e di evidenziare la presenza di ostruzione nel percorso venoso extracranico ( vene giugulari e/o azygos ) nei pazienti con sclerosi multipla, e la distribuzione delle lesioni venose.
L’endpoint secondario dello studio era rappresentato dalla valutazione del rapporto tra patologia venosa e decorso clinico e disabilità della malattia.
Sono stati arruolati 94 pazienti con diagnosi di sclerosi multipla diagnosticata mediante criteri di McDonald riveduti.
I pazienti sono stati classificati in tre stadi della malattia: sclerosi multipla recidivante-remittente, secondariamente progressiva e primaria progressiva.
La disabilità è stata valutata mediante la scala EDSS ( Expanded Disability Status Scale ). Un punteggio EDSS di 1-3 è considerato come lieve compromissione della deambulazione, più di 3 come moderata, e 6 o superiore come grave alterazione.
In base alla disabilità, i pazienti sono stati divisi in gruppi con EDSS inferiore a 3, da 3 a 6, e superiore a 6.
I pazienti inclusi nello studio soddisfacevano due o più dei cinque criteri ecocardiografici richiesti per CCSVI.
Prima della effettuazione della venografia con catetere, i pazienti hanno ricevuto l’Eparina a basso peso molecolare per via sottocutanea.
In due pazienti ( 2.1% ) la venografia con catetere non ha evidenziato anormalità vascolari. Pertanto l’analisi è stata riferita ai rimanenti 92 soggetti.
Il gruppo dei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente [14/22 ( 63.6% ) ] erano in trattamento immunomodulante; presentava un’età significativamente più giovane, rispetto agli altri due gruppi ( P inferiore a 0.001 ).
La durata della malattia nel gruppo recidivante-remittente era minore, con riferimento al gruppo sclerosi multipla secondaria progressiva ( P inferiore a 0.001 ), ma non differiva in modo significativo, rispetto al gruppo primaria progressiva.
La disabilità dei pazienti con decorso recidivante-remittente della malattia era significativamente inferiore rispetto a quella dei pazienti con forma secondaria progressiva e con forma primaria progressiva ( P inferiore a 0.001 ).
Il coinvolgimento simultaneo di tutte e tre le vene è stata osservata nel 33.7% ( 31/92 ) dei casi.
La stenosi della azygos è stata trovata nel 52.2% ( 48/92 ) dei pazienti ( mentre la stenosi delle vene giugulari interne riguardava tutti i casi.
In due terzi dei casi non c’era coinvolgimento bilaterale delle vene giugulari interne ( 65.2% ). Nei casi con restringimento unilaterale della vena giugulare, la vena giugulare interna sinistra era più spesso colpita ( 75% ), rispetto alla destra ( 25% ).
E’ stata compiuta una dilatazione della stenosi anulare stretta mediante gonfiaggio del palloncino.
Nei pazienti clinicamente gravi con un punteggio EDSS maggiore di 6, il numero di lesioni venose era significativamente più alto ( P inferiore a 0.005 ), rispetto ai pazienti con un più basso punteggio di disabilità.
Nel gruppo di pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente, un significativo miglioramento della disabilità clinica alla scala EDSS è stato osservato a 12 mesi ( P inferiore a 0.001 ).
E’ stato raggiunto un miglioramento del punteggio EDSS maggiore o uguale a 1 nel 45% ( 10/22 ) dei pazienti con forma recidivante-remittente.
Durante il periodo di 1 anno di follow-up, il 13.6% ( 3/22 ) dei pazienti con forma recidivante-remittente ha subito ricadute cliniche.
E’ stata osservata una forte correlazione tra punteggio EDSS e durata della malattia ( P inferiore a 0.001 ) e il numero di lesioni ( P inferiore a 0.05 ).
E’ stato riscontrato un miglioramento della qualità di vita dopo un anno di angioplastica.
Durante l'angioplastica, si è evidenziato ematoma in 2 casi, entrambi all'inguine, cioè nella regione di introduzione del catetere.
In 1 caso, è stato necessario un piccolo intervento chirurgico all'inguine a causa della rottura del palloncino.
Non è stata riscontrata trombosi post-operatoria nelle vene giugulari interne e trombosi venosa profonda. ( Xagena2012 )
Fonte: Phlebology, 2012
Neuro2012