Ci sono pochi dati disponibili sulla prevalenza di sintomi neuropsichiatrici nel declino cognitivo lieve.
Ricercatori della Mayo Clinic di Rochester negli Stati Uniti, hanno condotto uno studio clinico cross-sezionale, derivato da uno studio di coorte prospettico di popolazione già in corso, per stimare la prevalenza di tali sintomi nel decadimento cognitivo lieve e nel normale invecchiamento cognitivo in una popolazione ben definita.
È stato valutato un campione casuale di 1.969 individui senza demenza, ottenuto dalla popolazione target di 9.965 anziani residenti nella contea di Olmsted ( Minnesota, USA ) nell’ottobre 2004. Di questi 329 casi erano affetti da decadimento cognitivo lieve e 1.640 presentavano un normale invecchiamento cognitivo.
Dati neuropsichiatrici erano disponibili per 319 dei 329 soggetti con lieve decadimento cognitivo ( 97% ) e per 1.590 dei 1.640 con normale invecchiamento cognitivo ( 97% ).
La principale misura di esito era il punteggio ottenuto nel Neuropsychiatric Inventory Questionnaire.
Le analisi di regressione logistica multivariata sono state condotte dopo aggiustamento per età, sesso e livello di educazione.
Considerando sia l’odds ratio ( OR ) sia la frequenza dei sintomi, le caratteristiche che più distinguevano i due gruppi sono state l’apatia ( OR: 4.53; P < 0.001 ), l’agitazione ( 3.60; P < 0.001 ), ansia ( 3.00; P < 0.001 ), l’irritabilità ( 2.99; P < 0.001 ) e la depressione ( 2.78; P < 0.001 ).
Il valore di OR è risultato più alto per il delirio ( 8.12; P < 0.001 ) che comunque è stato osservato raramente sia nei soggetti con lieve declino cognitivo ( 3.4% ) sia in quelli con normale invecchiamento cognitivo ( 0.4% ).
Il rischio attribuibile di popolazione per il delirio è stato del 2.62% rispetto al 14.6% di quello per l’apatia.
In conclusione, i sintomi neuropsichiatrici interessano circa il 50% dei soggetti con decadimento cognitivo lieve e il 25% di quelli con normale invecchiamento cognitivo.Al contrario, i sintomi psicotici sono rari. ( Xagena2008 )
Geda YE et al, Arch Gen Psychiatry 2008; 65: 1193-1198
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